Tutte le settimane la stessa storia: in ufficio 5 giorni su 7, facendo sempre lo stesso tragitto e usando sempre gli stessi mezzi, automobile, motorino, autobus o treno che sia. Ci si sveglia sempre alla stessa ora, si parte da casa facendo sempre lo stesso tragitto per arrivare nelle stesse quattro mura che ci accolgono per gran parte delle nostre vite. In un attimo, siamo immersi in una routine logorante. E se lo smart working fosse la soluzione non solo per il nostro benessere mentale ma portasse anche vantaggi significativi per l’ambiente?
Smart working, una tendenza che sta diventando sempre più popolare
Una soluzione che premierebbe tanto la produttività quanto la salvaguardia ambientale. Staccando dalla solita scrivania possiamo non solo riscoprirci più concentrati e creativi, ma anche capaci di ridurre drasticamente l’inquinamento, grande piaga del nostro tempo. E se sono ancora poche le aziende italiane a promuovere il lavoro agile, c’è di buono che questo approccio sta diventando, pian piano, sempre più popolare. Quomi, ad esempio, ha cominciato a fare smart working a gennaio 2019 lasciando ai propri dipendenti la possibilità di lavorare da casa un giorno alla settimana, da scegliere a seconda delle proprie esigenze. D’altra parte, in un mondo iperconnesso, sarebbe curioso non sfruttare gli strumenti tecnologici che si hanno a disposizione.
Smart working, i vantaggi per l’economia
Secondo lo studio Added Value of Flexible Working di Regus, con lo smart working si risparmierebbero circa 3,50 miliardi di ore impiegate ogni anno per arrivare sul posto di lavoro, esattamente lo stesso tempo passato in ufficio da 2,01 miliardi di persone in un anno. Un risparmio di tempo non indifferente e anche un taglio drastico alla CO2, ma non solo. Il lavoro agile, infatti, sarebbe da valutare anche per il notevole impatto economico. Lo studio ha presupposto che, se venisse applicato nei 16 Paesi analizzati (Australia, Austria, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Hong Kong, India, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Singapore, Stati Uniti e Svizzera), il valore aggiunto della flessibilità all’economia mondiale sarebbe superiore a 10 miliardi di dollari.
Smart working, i vantaggi per l’ambiente
Ma a impressionare ulteriormente sono i dati relativi all’ambiente. Se questo approccio si affermasse su larga scala, i livelli di anidride carbonica si ridurrebbero di 214 milioni di tonnellate ogni anno entro il 2030. E, prendendo come esempio l’Inghilterra, si stima che si riparmierebbero 7,8 milioni di tonnellate di CO2, oltre a evitare 115 milioni di ore nel traffico dovute alla vita da pendolari. Una soluzione quasi immediata all’inquinamento ambientale, quindi, alla portata di chiunque lavori con una connessione internet. Che, lo sappiamo, sono sempre di più: lo smart working non è più un miraggio impossibile, è diventato una necessità di primaria importanza.
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