Chefchaouen, la meravigliosa città blu del Marocco

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Marocco, sulle montagne del Rif, 110 chilometri a sud ovest di Tangeri. Queste le coordinate di una delle città più belle del mondo, Chefchaouen la città blu del Marocco. Un luogo unico al mondo, per davvero, perché sfido chiunque a trovare un’altra città interamente dipinta di un punto di blu intensissimo con solo le strade, a ciottoli, a fare da spartiacque. Secondo la rivista Traveller sarebbe ancora più bella di Parigi. A conferma di ciò, i turisti provenienti da ogni angolo del mondo che arrivano a visitarla ogni anno. Se si pensa che fino alla metà del secolo scorso questa cittadina era chiusa all’ingresso degli stranieri in quanto considerata sacra dai musulmani, tutto ciò ha dell’incredibile.

 

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Chefchaouen, la città blu del Marocco

Furono gli esiliati andalusi, di religione musulmana ed abraica, a fondarla nel 1471. Ed è proprio con le città andaluse che presenta diverse similitudini: le case basse, i vicoli stretti e irregolari. La città, nel corso dei secoli, ha subito diverse dominazioni che sono visibili nell’architettura di quella che è soprannominata la Perla Blu del Marocco: una miscellanea di stili e costruzioni resa omogenea dal colore del cielo, unico comun denominatore di questa meraviglia amatissima anche dal fotografo Steve McCurry.

 

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Perché Chefchaouen è blu?

Se vi state chiedendo perché Chefchaouen è blu, sappiate che una risposta certa non esiste. Ci sono infatti diverse leggende sulla ragione dietro al colore della città, alcune a sfondo religioso altre quasi scientifiche. C’è chi sostiene che furono gli ebrei, dopo l’Inquisizione spagnola, a dipingerla di blu per simboleggiare il paradiso cui aspiravano. E ancora, chi pensa che siano stati sempre gli ebrei ma in riferimento alla fuga dalle leggi naziste.

 

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Una delle teorie più accreditate è anche la più pratica: zanzare e moscerini stanno lontano dall’acqua e dipingere le case di blu avrebbe lo stesso effetto repellente. Una città unica, particolare, tra le meraviglie del mondo in cui convivono la cultura ebrea-andalusa, quella musulmana e quella berbera: uno dei viaggi da fare almeno una volta nella vita.

 

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