Di nome fa poke, si pronuncia poh-kay e si traduce tagliato a tocchi. Stiamo parlando del poke bowl, un piatto in cui il pesce crudo è protagonista assoluto e viene condito con succo di limone, olio e l’immancabile sala si soia. Ma a renderlo speciale è l’abbinamento, perché insieme al pesce si assaporano frutta e verdure (come il mango o l’avocado), la cipolla, spezie e peperoncino come se piovessero.
Cos’è il poke bowl, il piatto della tradizione hawaiana
Ve ne sarete accorti anche voi: il poke è diventato una tendenza assoluta. Da Milano a Roma, fino a Salerno, i locali che propongono questo piatto spuntano come funghi, facendo diventare desueto l’ormai amatissimo sushi. Perché forse, in tutto quel marasma di all you can eat, c’era bisogno di qualcosa di diverso, fresco e così colorato da essere estremamente instagrammabile. Ed ecco che il piatto della tradizione hawaiana sta prendendo posto, nemmeno così lentamente, nel cuore degli italiani (e non solo). Per il popolo dello stato di Aloha è il loro piatto bandiera, un po’ come per noi l’amatriciana. Ma, quando qualcosa diventa di moda, si deve far fronte alle nuove versioni non così vicine al piatto tradizionale: ecco che spuntano zucchine, quinoa, ravanelli, eccetera eccetera…de gustibus, anche se gli hawaiani potrebbero inorridire.
Dove mangiare il poke in Italia
A portare per primi il poke in Italia sono stati i ragazzi di Suriso, a Salerno. Qui il poke viene servito su un letto di riso, su degli spaghetti di soia ma anche su una più semplice insalata: in abbinamento, frutta esotica a volontà. Ma anche Roma non è da meno, tanto che qui ha aperto il primo hawaiian bar d’Italia: Ami Pokè. Oltre alle bowl qui si possono assaggiare altri piatti speciali, dagli antipasti alle insalate. E a Milano? Spicca il poke di The Botanical Club, a detta di molti il più buono in città. Ma anche il nuovissimo Pokeia, sui Navigli, non è da meno.
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