Il cioccolato di Modica è un’autentica bontà. E la sua storia è molto più che affascinante

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Buonissimo, così diverso dal solito, in una parola unico. Il cioccolato di modica nasconde una storia antichissima che affonda le sue radici nella cultura azteca: le sue origini e il suo metodo di lavorazione, così speciale da averlo reso un prodotto conosciuto (e amato) in tutto il mondo.

Cioccolato di Modica: una storia affascinante

Era il XVI secolo quando, in Sicilia, iniziò la dominazione spagnola. Proprio a loro, secondo la leggenda, si deve l’introduzione di questa particolare lavorazione del cioccolato nella contea di Modica, ai tempi la più importante di tutto il sud Italia. Tuttavia, non è agli spagnoli che si deve l’invenzione di questa autentica leccornia, bensì agli aztechi. Proprio loro, come vi abbiamo raccontato qui, sono stati gli inventori del cioccolato.

Tracce di questo cioccolato così particolare resistono ancora oggi in Spagna, dove è chiamato col nome el chocolate a la piedra, ma anche in Messico e in Guatemala. Nella storia siciliana il cioccolato modicano diventò celebre prima come dolce nobile e, solo successivamente, divenne di uso popolare. Le famiglie della nobiltà napoletana, infatti, erano solite prepararlo in casa sotto le feste. Oggi è famosissimo in tutto il mondo ed estremamente apprezzato, tanto che nel 2003 è nato il Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica e, a maggio 2018, ha ricevuto l’attribuzione del marchio Igp.

Cioccolato di Modica: la lavorazione che lo rende unico

Una lavorazione decisamente particolare quella del cioccolato di Modica, la cui massa di cacao si ottiene unicamente dai semi di Sao Tomè in Africa. Non privata del burro di cacao in essa contenuta, la pasta di cacao viene riscaldata e resa fluida per poi essere amalgamata, a non più di 40° C, allo zucchero semolato (oppure di canna). Sta proprio in questo dettaglio uno delle sue caratteristiche principali: all’assaggio non è raffinato come il cioccolato più conosciuto, bensì resta granuloso.

La tradizione, poi, lo vuole arricchito da spezie come la cannella e la vaniglia, ma anche lo zenzero e il peperoncino. La lavorazione tradizionale vuole che, man mano, il composto ottenuto venga deposto su uno spianatoio di pietra lavica già riscaldato. Successivamente si amalgama con un mattarello cilindrico in pietra detto pistuni. Una, due, tre passate e poi la raffinazione che, in gergo, è la stricata.

Oggi, va detto, ci sono dei metodi più moderni per preparare il cioccolato di Modica, ma la lavorazione tradizionale ha sempre un fascino inesauribile. Il prodotto che si ottiene? Una barretta di cioccolato ora lucida ora opaca, caratterizzata da un colore scurissimo e da una consistenza granulosa. Un’autentica bontà!

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